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COME VESTIRSI IN INVERNO

“Non esiste buono o cattivo tempo, ma esiste buono o cattivo equipaggiamento”, questa è la frase che ripeteva il fondatore del movimento scout e di quello del guidismo Robert Baden-Powel ai suoi militari in guerra. Naturalmente nessuno nasce imparato (oddio, una vecchia conoscenza che faceva Imparato di cognome avrebbe qualcosa da ridire) quindi ecco qui una piccola guida per le nozioni base su come vestirsi durante i periodi freddi per chi si sta approcciando al mondo dell'outdoor.

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La base di tutto è il vestirsi a cipolla, ovvero a strati, questo perché durante la nostra attività fisica si ha la necessità di vestirsi e svestirsi alla bisogna, cercando di avere la migliore termoregolazione possibile utilizzando dei capi adeguati che tengano anche conto della traspirabilità ed in alcuni casi della protezione agli agenti atmosferici.

In molti dividono questi strati in tre macro categorie anche se alcuni, me compreso, preferiscono aggiungerne una quarta.

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Il primo strato, più correttamente definito base layer, è l'indumento a contatto con la pelle. La funzione primaria è quella del mantenimento della temperatura corporea e al contempo favorire l'evaporazione del sudore. Essendo a diretto contatto con il corpo non deve avere particolari cuciture o porzioni di tessuto che possano creare abrasioni. Fra le più performanti ci sono sicuramente le maglie in lana merinos anche se al giorno d'oggi le più utilizzate sono quelle in fibra sintetica, tutte sottoposte a trattamenti antibatterici che prevengono la proliferazione dei microrganismi e, di conseguenza, di cattivi odori. C'è da dire che più vengono lavate e più questi trattamenti perdono di efficacia, al contrario della lana merinos che praticamente non perde le sue caratteristiche.

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Il mid layer, o secondo strato, è quello che deve trattenere il calore e non disperderlo. Anche qui una bella maglia in lama merinos sarebbe il massimo, ma il prezzo porta spesso ad altre scelte. Queste comunque non mancano. Qui il prodotto che va per la maggiore è il pile. Ormai i filati sono molto buoni e con essi non vengono creati solo i pile flece (lisci), ma anche i grid (maggiormente traspiranti, sembrano fatti da tanti quadratini), i knet (quello che definiamo melangiato), l'orsetto (sembra una pelliccia, tiene molto bene la temperatura), micropile (più leggero) e altri. In più vengono prodotti anche maglie con parti più traspiranti ed in abbinamento con elastan per un migliore fit.

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Poi mi piace mettere il secondo strato imbottito, o mid layer 2, ovvero un capo che tiene spesso molto caldo, anche se un po' meno traspirante dello strato che abbiamo parlato in precedenza. Io adoro sia i capi a manica lunga che senza maniche in primaloft, ottima imbottitura sintetica che tiene caldo, mantiene comunque un'ottima traspirabilità, pesa poco, si comprime quasi come la piuma d'oca e si asciuga in brevissimo tempo. Non mancano altre imbottiture come la già citata piuma d'oca che ha sicuramente un prezzo più elevato e in caso si dovesse bagnare la sua asciugatura risulta lunga. Poi c'è l'ottimo Thinsulate, la DuPont Sorona e altre. Attenzione che spesso prezzi molto bassi sono indice di dubbie qualità, quindi pensate bene al capo che state per comprare e magari optate per qualcosa che possa essere sfruttato anche al di fuori delle camminate in montagna.

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Infine l'outer layer, o terzo strato, che nella pratica si traduce con l'unica protezione da utilizzare contro gli agenti atmosferici come pioggia, neve e vento. Oltre a creare una barriera per non bagnare e far raffreddare il corpo, questo strato completa anche il ciclo della traspirabilità. Assieme quindi alla dote dell'impermeabilità sarà fondamentale che il tessuto utilizzato sia anche traspirante.

Si utilizzano quindi dei capi con delle membrane accoppiate a dei laminati che vengono inserite tra i tessuti e in quelli fatti meglio vengono realizzate anche delle nastrature delle cuciture e delle cerniere. Se non si necessitano grandi performance si può optare per un softshell che offre un elevato comfort e delle prestazioni basiche sufficienti ad affrontare le attività quotidiane e le escursioni più semplici. Consiglio comunque che sia espresso una tenuta d'acqua di almeno 5000 colonne d'acqua e una traspirabilità con lo stesso valore (sono rispettivamente indicati con WP e MVP). Per situazione che invece prevedono un livello tecnico superiore è meglio puntare sui gusci, o hardshell, spesso con membrane in Gore-Tex con minimo MW 15000 e MVP 10000.

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Come accennato in precedenza la maggior parte delle volte non è pensabile partire per un'escursione con tutti gli strati e non togliersi mai nulla. È normale quindi fermarsi spesso per togliersi o mettersi lo strato più indicato per mantenere una temperatura corporea ideale senza sentire freddo ma allo stesso tempo senza sudare troppo. Io ad esempio scambio spesso il mid layer con l'imbottito, oppure tolgo e metto uno smanicato sopra il mid layer, come in base al vento o quando mi fermo su una cima mi proteggo temporaneamente con un guscio. Questa dev'essere la base per qualsiasi attività. Inoltre se ci si ferma per un po' di tempo per una pausa, per un pranzo, per godere il panorama da una vetta, se ci si sente sudati è bene cambiarsi immediatamente il primo strato, senza attendere, perché si rischia di sentire freddo in un brevissimo tempo e perdendo la termoregolazione che abbiamo creato. Anche se fa freddo cambiarsi subito porterà sì a un'iniziale “brivido” ma poi il nostro corpo, e anche il nostro umore, ne troverà solo che benefici.

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Per quanto riguarda la protezione delle gambe i pantaloni più indicati sono quelli in softshell e se in giornate particolarmente fredde si può abbinare una calzamaglia magari leggermente felpata internamente sia per un calore migliore che per una migliore sensazione a contatto con la pelle.

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Non dimenticate poi i calzini: anche qui in commercio ne trovate di tutti i tipi. Si parte da quelli in merinos, a quelli in Thermolite o quelli in Dot Cold Warm, e potremmo andare avanti all'infinito. Anche qui spesso il prezzo è indice di qualità, ma ricordate comunque su come sono costruite: minime o zero cuciture, parti traspiranti, elasticità, tallone e punta rinforzati.

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Infine le scarpe, delle quali potremmo parlare delle ore, ma che a mio avviso in inverno devono avere due peculiarità, ovvero una membrana come quelle dei gusci e una suola ben scolpita. La membrana naturalmente serve per proteggerci dagli agenti atmosferici nonché dalla possibilità di trovare posti bagnati o umidi che potrebbero portare a bagnare i calzini ed i piedi. Una suola scolpita perché in inverno è più facile incappare in tratti fangosi o con neve, quindi il grip risulterà sicuramente migliore. Infine se andate sulla neve sono quasi obbligatori gli scarponi e non le scarpe basse.

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Così concludendo: buone camminate tutti!

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